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Identità

Identità

Il Dio Vulcano

Nell’antica Roma ogni 23 di agosto, in coincidenza con la fine dei raccolti, si celebrava il dio Vulcano.

La vendemmia è uno dei raccolti che rappresentano VOLCANALIA.

Vulcano simboleggia la primigenia forza del fuoco come elemento naturale.

Le feste Volcanalia erano dedicate al dio romano Vulcano, quello che per i greci era Efesto.

Terre Vulcaniche

45 milioni di anni fa Gambellara era un vulcano che durante la sua attività eruttiva ha dato origine alle rocce vulcaniche denominate basaltiche.
Il basalto, così friabile, dona alla vite importanti minerali e un’ottima fertilità.
Il colore è scuro o nero.

Il terreno vulcanico è ricco di calcare e soda, mentre è povero di potassio.
Le antiche vigne di Gambellara sono equilibrate per natura.

Vigneti

Dove si trovano

I quattro ettari di viti di Garganega sono adagiati armoniosamente tra Verona e Vicenza, ultime propaggini dei Monti Lessini a circa 300 metri di altitudine. Sono disposti in terrazzamenti sull’estremità di una piccola valle incontaminata sopra la cittadina di Gambellara. Il fitto bosco che abbraccia le vigne ha il grande vantaggio di difenderle da qualsiasi indebita contaminazione.

VIGNETI ANTICHI

Volcanalia ha l’onore di possedere le vigne più storiche di Gambellara, che sorgono su terreno nero di lava. La loro età richiede un intervento rispettoso da parte dell’uomo. Il lavoro in vigna si svolge senza l’utilizzo di automazioni, l’intervento manuale dell’uomo è la nostra grande forza. Gli unici vicini di vigna sono caprioli, lepri e poiane che escono dal bosco.

Rossella

ANIMA VULCANICA

Conoscermi vuol dire conoscere la mia creatività, il pensiero innovativo, l’anima in fermento, come il cuore di un vulcano. A un certo punto della vita ho capito che la mia anima cercava più slancio e più leggerezza. Era giunto il tempo di spiccare il volo, conoscere nuove dimensioni, culture, popoli e tradizioni agli antipodi. Per due anni ho viaggiato senza sosta per visitare le maggiori cantine vinicole del mondo: dall’Ungheria al Portogallo, dalla Francia al Sudafrica, dall’Australia all’Argentina, passando per la Tasmania, è arrivata fino in Cile.

Terre Vulcaniche

Alla fine di questi due anni, mi sono sentita “sazia” di luoghi, persone, odori, e suoni cercati in giro per il mondo e, con grande senso di accoglienza, ho voluto portare tutto ciò presso la mia terra, vicino a casa. Qui ho trovato la condizione ideale per dare forma concreta ad un sogno: vivere una relazione aperta con un luogo magico, dove osservare la natura e partecipare alla quotidiana trasformazione di tutto il vivente che la popola. Oggi trascorro le giornate immersa tra le colline di Gambellara, seguendo in prima persona l’attività agricola, la custodia del vino e il progetto della cantina.

Progetto Vino

La Vendemmia

La raccolta manuale dei grappoli inizia nel mese di settembre e si protrae fino a fine ottobre. I filari, fino a quel momento solitari e fermi, sono frequentati da fervida attività umana, alla ricerca dei primi grappoli da cogliere destinati alla produzione dei vini effervescenti, ovvero il rifermentato sui lieviti e il metodo classico. Il grado di maturazione degli acini indica quando è il momento di raccogliere i frutti destinati al Recioto, seguiti prima dai grappoli che daranno vita al bianco fermo ottenuto da pressatura soffice e poi da quelli più compiuti per il vino da realizzare con la macerazione sulle bucce.

PICAI

“Picar via” in lingua veneta vuol dire appendere. Fa parte di un’antica tradizione manuale di appassimento naturale dei grappoli d’uva più rigogliosi che vengono appesi alle travi tramite un cordoncino naturale di canapa. Ogni grappolo deve essere legato saldamente alla trave per evitare che, con l’appassimento dell’uva e il conseguente aumento di peso, si stacchi. L’ambiente deve essere arieggiato per contrastare l’umidità: il grande nemico dell’uva. L’antico sistema dei Picai risulta ad oggi il più efficace perché la disidratazione degli acini è superiore, grazie alla forza di gravità e al maggior arieggiamento. Il frutto di questo lungo percorso è un vino destinato ai palati che amano l’intensità dei profumi.

La Cantina

Il trascorrere delle giornate e le carezze del vento portano a maturazione i “picai”. Con un antico torchio manuale si procede alla loro spremitura. Una parte del prezioso “succo” sarà destinata al dosaggio del rifermentato sui lieviti e l’altra sarà messa a dimora in antiche barrique in rovere, dalle quali nascerà, dopo qualche anno, il Passito. I vini più semplici riposano in cisterne di acciaio per essere preservati da qualsiasi contaminazione sensoriale. Solo il macerato dimora in una grande botte di rovere, sia per la fermentazione che per l’affinamento. Il risultato? Uno straordinario vino avvolgente e ricco di vellutati tannini.